Il Termine
Non sapendo come occupare tutte le giornate festive, ho pensato bene di ristrutturare cantine, capanne, stalle, fienili mantenendo inalterate le caratteristiche strutturali e ornamentali di ogni locale ed adibirlo ad appartamento con lo scopo di avvicinare all'agricoltura e alla natura quelle persone che si sentono stressate, oppresse, che hanno bisogno di respirare, di vedere paesaggi collinari rilassanti e quindi di evadere dal tran-tran quotidiano. Inoltre la Toscana per nostra fortuna, è piena di bellezze naturali e anche artificiali volute dalla lungimiranza dei governanti che si sono avvicendati in questa nostra regione.
L'edificio è posto in cima ad una collina come voleva la tradizione contadina lontano dalle paludi, dalle acque stagnanti dei fiumi che si impaludavano, baciata dalla levata del sole al tramonto. Si presume risalga al 1200 o forse prima essendo in corrispondenza visiva di accampamenti romani che come noto comunicavano con segnali visivi. Al termine dei lavori sono risultati 7 appartamenti in stile rustico, con pavimenti in cotto, soffitti con travi di legno a vista, vivibili, non angusti e soffocanti, ma vere e proprie case.
La "mia" storia dell'olivo e dell'olio

Le nostre varietà di ulivi sono frantoio, pendolino, leccino, morcaio e in piccola parte moraiolo.
La cura che mettiamo nella coltivazione degli ulivi è maggiore di quella per la famiglia perchè gli ulivi sono piante secolari, in più l'ulivo è una pianta sensitiva sembra quasi parlare; durante le giornate ventose gira la parte argentata della foglia al vento per difendersi meglio dal troppo caldo, aumenta lo spessore della foglia, da tenera diventa legnosa, coriacea per mancanza di acqua diminuisce progressivamente lo sviluppo della vegetazione, accartoccia le foglie, successivamente lascia cadere le foglie più vecchie, poi quelle nei rami più bassi, poi il frutto se non sopraggiunge la tanto sospirata pioggia, anche le foglie dei rami più giovani ed in alto.
Dopo un tale stress, alla prima pioggia copiosa, la pianta nel termine di 24-48 ore, rimette in funzione tutte le parti che sembrano secche, in pochissimi giorni si copre di nuove foglioline verdi che "bruciano" i tempi crescono a vista d'occhio.
Un vecchio potatore di Malmantile, diceva in un linguaggio che era più etrusco che toscano: "la bellezza dell'ulìo l'è nì còppo"....Per avere un buon raccolto, quando si pota un ulivo, bisogna parlarci con la pianta perchè l'ulivo t'intende: "quasi quasi ti taglio" rivolgendoci a una rama "ma se ti lascio, tu mi fai una bruscola d'olive.... e ti lascio.... ma se un tù fa' nulla.... l'anno prossimo e taglio tutto i' ramo ! ". State certi che al raccolto, non solo quella rama avrà le olive ma tutta la pianta si sarà prodigata per dare il massimo, in cambio alla concimazione, avrà un trattamento di favore.
Un buon agricoltore non misura mai il concime ai propri ulivi.
"I' mi' nonno diceva: pe' gl'ulivi e ci vò du' grulli....uno sopra che butta giù e uno più grullo sotto a dagli da mangiare"... in parole povere, potare senza pietà e presto e per concimare non osservare nessuna tabella.
Gli ulivi sono piuttosto cagionevoli di salute, di malattie ne possono prendere diverse, nessuna però incurabile... i rimedi del nonno tramandati di generazione in generazione, sono sempre più attuali e più che mai sani visto la crescente richiesta di prodotti biologici naturali o simili.
Gli ulivi da noi, vengono annualmente potati in inverno ed in estate stallati (puliti dalla vegetazione non gradita o in eccesso per il tipo o la forma di coltivazione attuata). Gli ulivi devono avere la fronda lunga e morbida come i capelli di una bella donna.
Si concima con concimi organici successivamente interrati dopo la potatura gli ulivi, vengono "ramati" e se necessario in agosto-settembre, il trattamento viene ripetuto con prodotti a basso impatto ambientale.
La raccolta delle olive avviene fra fine ottobre e inizio novembre, presto, per esaltare i sapori e i profumi delle olive, cercando di ottenere un prodotto che si alteri  meno possibile con il passare del tempo, per questo le olive mature, nella raccolta non devono subire traumi, perchè ogni oliva matura è un miracoloso laboratorio chimico che da un prodotto, l'olio, che di per se è un miracolo della natura. Ogni oliva andrebbe raccolta con dita di bambagia per farla arrivare integra e più sana possibile alla frangitura, che deve avvenire quotidianamente, limitando al massimo lo stress subito dalle olive durante la raccolta e il trasporto.
L'olio ottenuto va amorevolmente conservato in recipienti di acciaio inossidabile, isolato dal calore e dalla luce, quindi confezionato secondo le necessità.
L'olio extra vergine di oliva da noi prodotto, ha caratteristiche organolettiche e fisiche particolari; anni indietro, intorno al 1939-1940 e nei duri tempi della guerra, l'olio extravergine veniva prescritto da alcuni medici di campagna ai convalescenti d'itterizia (ora epatite virale) e di malaria, da prendersi due o tre cucchiai da minestra al giorno.
I convalescenti, si presentavano dal nonno sempre verso mezzogiorno con la ricetta del dottore, il nonno provvedeva a rifornirli secondo la richiesta. Evidentemente in quei tempi difficili si ricorreva agli antichi salutari rimedi dimenticati col passare dei secoli.

La storia del Vin Brusco
Prodotto con tutti quei vitigni autoctoni ormai quasi scomparsi, conferiscono al vino profumi e aromi unici, variabili ogni anno secondo la produzione di ogni singola qualità e quantità.
Anche il colore non è mai lo stesso un pò per la ragione sopra citata, un pò perchè produrre un vino particolare tutti gli anni uguale, naturalmente , oltre ad essere quasi impossibile, non è neanche giusto... vorrebbe dire tipicizzare, ma i prodotti unici, lo dice la parola stessa sono naturalmente unici e irripetibili naturalmente .
Questo tipo di vino ha una sola bollitura e svinandolo prima della fine della stessa conferisce al prodotto un abboccato leggermente dolce e frizzantino, qualità che dopo due ore l'aver stappato una bottiglia, spariscono perchè naturali.
La gradazione alcoolica non è mai uguale, si varia dagli 11 ai 13 gradi e in annate particolari, anche di più.
Il prodotto non è filtrato, ciò comporta sempre un piccolo deposito o sedimento in ogni bottiglia, generalmente minimo perchè prima di febbraio-marzo il vino nei tini, non ha finito di decantare e quindi non è limpido. Passato questo periodo, il vino viene travasato e cioè cambiato di recipiente e generalmente risulta limpido e quasi privo di impurità quindi pronto per essere imbottigliato o meglio ancora bevuto.
Si sposa bene con quasi tutti i piatti, servito fresco e stappato al momento può fungere da aperitivo, senza eccedere, si sposa bene con quasi tutte le pietanze anche con i dolci forse un pò meno con gli arrosti.
L'abboccato ed il frizzantino invitano a bere.
Il Vin Santo

Il vin santo nelle famiglie contadine è sempre stato trattato e conservato con gran riguardo, adoperato solo nelle occasioni particolari e importanti come matrimoni, battesimi, nascite, trebbiature, vendemmie.
Poca era, ed è tuttora, la quantità che si può produrre di ottima qualità; a riguardo vi racconto una storia vera di questi poggi: il vecchio Simoncini, contadino della Luna (un piccolo agglomerato di case di questi posti) era in fin di vita ed al nipote che l'assisteva, chiedeva da bere:
"ho sete... ho sete...."
ed il nipote, che gli inumidiva le labbra con del vin santo dicendo:
"bevete, su bevete vi fa bene"
il nonno:
"bono nini, bono.... o icchè tu mi dai nini ??"
la risposta del nipote:
"l'è vin santo nonno! bevete che vi fa bene"
il nonno dice:
"vin santo ??? no nini... il vin santo serbatelo per un bisogno....asserbalo...asserbalo".
Del vin santo se ne versa nel bicchiere non più di un dito e va assaggiato e bevuto a piccoli sorsi e con calma. Allora i suoi aromi riempiono la bocca, la testa, lo stomaco e se è veramente vin santo "Santo", tu che lo bevi diventi un pò santo tu stesso... bevi una goccia di paradiso che ti rimane in bocca.
Il vin santo era come un tesoro, che si tirava fuori nelle più grandi occasioni, si serviva dal fiasco involtato in un tovagliolo di bucato, attinto più volte dal caratello e servito in piccoli bicchieri rustici, i bicchieri da vin santo, insieme ai biscotti con le mandorle (ora chiamati Cantucci di Prato).
Il vin santo si produce da uve scelte di Malvasia e Trebbiano stuoiate per due-tre mesi, quindi passite, i grappoli vanno schiccolati e torchiati, il mosto che si ottiene va travasato in caratelli di piccole dimensioni, sigillato e lasciato invecchiare per almeno cinque anni nella Vinsantaia, locale generalmente posto in un sottotetto ove risente di tutti gli sbalzi di temperatura che si verificano nelle annate.
L'importante è che il caratello sia di buona origine, che abbia contenuto marsala, cognac, aleatico o altri vini liquorosi o se di nuova fattura, di buon legno aromatico.
Il vin santo è un ottimo coadiuvante delle convalescenze di giovani e anziani.

Il Farro
Oltre a bere bene e condire meglio, dovevo per forza trovare una coltura da produrre al posto dei soliti cereali e da potersi mangiare, allora pensai al Farro, cereale caduto in disuso ma da qualche anno a questa parte ha ripreso il suo posto in tavola.
Sul farro c'è poco da dire. la pianta è rustica di natura, ha bisogno di poco concime unico neo sta nella pulitura. Si, forse tutti non lo sanno, ma il farro si raccoglie come il riso, con la resta, il tegumento, buccia protettiva strettamente sposato al chicco così come il riso che fino a quando è attaccata al chicco nessun insetto attacca, perfino poco gradita anche ai polli ma appena lo si passa alle mole per pulirlo cominciano i guai... qualsiasi insetto ne va ghiotto, sopratutto la Tignola.
Quindi o lo si tratta con conservanti, o lo si mette sottovuoto. Per consumarlo va lavato e messo a bagnomaria per 12-24 ore come i fagioli secchi dopodichè cuocerlo.
Condirlo come si ritiene più opportuno, al sugo, al pomodoro, al pesto però la sua morte è con la minestra di fagioli o ceci, naturalmente il farro va al posto della pasta.
Anche con il minestrone di verdura a patto che nel minestrone abbondino i fagioli.
A me piace anche freddo (in estate) condito come una sorta di insalata di riso, con cetriolini sott'aceto, tonno, pomodoro, uovo sodo, formaggio pecorino di quello bono un pò fresco tagliato a dadini, cipolla fresca affettata non troppo fine e una manciata d'olive... se c'è anche un peperone è ben accetto, una costola di sedano, qualche foglia di basilico, sale e pepe, olio extravergine quanto basta, mescolate bene il tutto e..... Buon appetito!
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